Arte, cultura e tradizioni

Sant'Elia di Tattinu, chiesa di Nuxis

sant'elia, immersa in una campagna silenziosa , porta con sé i segni stilistici della cultura bizantina con i quattro bracci identici e la cupola. Numerosi restauri l'hanno modificata senza stravolgerne i tratti fondamentali

Pregevole esempio di chiesa campestre della Sardegna interna, Sant’Elia di Tattinu si trova vicino al villaggio nuragico da cui prende il nome, non lontano dal centro di Nuxis e dal Rio Tattinu. La zona è un vero e proprio museo a cielo aperto: abitata fin da epoche remotissime, vi si trovano reperti archeologici di varie epoche. La chiesa venne eretta nei primi secoli del medioevo durante la dominazione bizantina, e i dettami stilistici di questa civiltà sono evidenti.

Sant’Elia di Tattinu ha una pianta a croce greca con quattro bracci identici dalla volta a botte sopra i quali si trova una cupola. La facciata rivolta a oriente si fa notare per l’ingresso con architrave monolitica e un campanile a vela. Nel corso dei secoli l’edificio è stato oggetto di restauri che ne hanno alterato l’aspetto e nel 1909 un terremoto ha provocato danni ingenti. Tuttavia l’impianto fondamentale è sopravvissuto così come l’atmosfera orientaleggiante delle origini.

Immersa in una campagna silenziosa, la zona attorno la chiesa si anima durante la festa del santo. In tale periodo Sant’Elia è meta di pellegrinaggi da ogni parte della Sardegna, le donne del luogo preparano dolci tipici e la musica delle launeddas accompagna la preghiera e le celebrazioni. I cittadini di Nuxis sono legati alla chiesa campestre per il suo valore artistico e religioso.

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